Chi con il vento, chi con il sole, chi grazie all'idroelettrico, alla geotermia o alla combinazione di più fonti, molti Paesi fanno a gara per diventare sempre più rinnovabili, dando il buon esempio a tutto il mondo. L'Italia, con la sua produzione di rinnovabili al 43,1% e col suo consumo di energia pulita a 14,8 Mtep, si piazza nella colonna di sinistra del campionato. È a metà classifica, ma il recente record del nostro fotovoltaico che arriva a coprire l'8% dei consumi fa ben sperare. Occorre fare di più. Fonti: Climate Reality Project - Al Gore / World Atlas.
Svezia
Nel 2015, la Svezia ha lanciato il suo guanto di sfida per un obiettivo ambizioso: eliminare del tutto l'uso di combustibili fossili entro i suoi confini facendo crescere gli investimenti su energia solare, eolica, stoccaggio d'energia, reti intelligenti, trasporti non inquinanti. E la parte migliore? Gli svedesi stanno sfidando tutti gli altri a unirsi a loro in una corsa per diventare i primi paesi rinnovabili al 100%. Una competizione in cui vincono tutti.
Costa Rica
Grazie alla sua unica conformazione geografica, tra le montagne e il mare, e un'autentica vocazione alla salvaguardia dell'ambiente unita alla volontà politica, il piccolo ed esemplare stato del Costa Rica soddisfa una percentuale enorme del suo fabbisogno energetico utilizzando idroelettrico, geotermico, solare, eolico e altre fonti a basse emissioni di CO2. Il successo è all'orizzonte: il Costa Rica mira ad essere completamente carbon neutral entro il 2021.
Nicaragua
Per non essere da meno dei suoi vicini del Costa Rica, il Nicaragua ha fatto registrare il più veloce e sorprendente balzo verso le rinnovabili, che ora coprono il 55% di tutta la produzione di energia elettrica, nel mese di giugno 2015. Come ha fatto? Il via l'ha dato nel 2007 l'allora presidente Enrique Bolaños, che ha potentemente incoraggiato gli investimenti nelle energie rinnovabili. Una linea proseguita dai successori, tanto che nel 2012 il Nicaragua ha investito la quinta più alta percentuale mondiale del suo Pil nello sviluppo delle energie rinnovabili. Ora il Paese sta puntando ad arrivare al 90% di energia rinnovabile entro il 2020, con la maggior parte dell'energia che proverrà da fonti eoliche, solari e geotermiche.
Germania
La Germania ha spesso tracciato la strada, sul tema delle rinnovabili, fin dai tempi di una pionieristica politica per incoraggiare il fotovoltaico negli anni '80. I frutti ora li sta raccogliendo: è leader nella capacità di solare fotovoltaico e, tra i grandi Paesi industrializzati, è stata anche in grado di soddisfare la maggior percentuale di domanda di elettricità giornaliera da fonti rinnovabili, stabilendo uno straordinario 78%. Per essere un Paese di oltre 80 milioni di persone, noto per il suo clima nuvoloso, alla Germania arride un futuro luminoso e... solare.
Uruguay
Già nel 2016, secondo il governo uruguagio, l'Uruguay sarà il Paese con maggiore sfruttamento del vento per la generazione di energia, davanti alla Danimarca, la Spagna e la Germania. Una scalata iniziata nel 2005, quando ha iniziato a investire il 3% del Pil proprio nelle energie più pulite. È la dimostrazione che per diventare rinnovabili non servono decenni di sforzi o pesanti investimenti in sgraditi sussidi. L'Uruguay è oggi per il 95% alimentato da fonti rinnovabili, cioè già dopo soli 10 anni di impegno concertato. Il Paese ha investito moltissimo su eolico e solare, senza sovvenzioni o aumenti dei costi per i consumatori. Il segreto? Processo decisionale chiaro, un ambiente normativo favorevole, un forte partenariato tra il settore pubblico e privato.
Danimarca
Record mondiale dell'eolico, record per l'ambiente e per l'industria. La Danimarca ha ottenuto stabilmente il 42% della sua elettricità dal vento nel 2015. Perfino avendo due dei suoi parchi eolici momentaneamente disattivati, questa è la più alta percentuale di energia eolica mai raggiunta in tutto il mondo. Un risultato conseguito anche grazie alle sue industrie leader della progettazione e della produzione di generatori eolici, che vendono turbine ed esportano know-how in tutto il mondo. Di più, ora il Paese vuole essere al 100% senza combustibili fossili entro il 2050. C'è da credere che la Danimarca correrà verso questo obiettivo col vento in poppa.
Cina
Ci si può giustamente chiedere come il più grande emettitore di CO2 del mondo può anche essere un leader nelle energie rinnovabili. Paradossalmente, nel 2014 la Cina è stata di gran lunga il Paese con la maggior nuova capacità installata di energia eolica, distanziando quasi del doppio gli Stati Uniti, e il secondo al mondo per capacità installata di solare fotovoltaico. Secondo gli analisti, a muovere l'ex gigante addormentato non è solo (o non tanto) la sensibilità ambientale, quanto la necessità di sicurezza energetica, dato che la già titanica domanda di energia sale del 10% annuo. Comunque, la Cina sta anche dichiarando di impegnarsi a eliminare gradualmente il carbone e a tentare di bonificare la sua aria inquinata.
Marocco
Generosamente soleggiato, il Marocco ha deciso di fare le cose in grande. Più in grande di chiunque altro al mondo. Infatti, nel 2016 ha inaugurato il più grande impianto solare a concentrazione sulla Terra, attivando la prima delle quattro fasi di apertura di Noor I a Ouarzazate. La città marocchina all’estremità occidentale del deserto del Sahara, davanti ai monti dell’Atlante, ospita ora un impianto grande come 3.500 campi da calcio, costato 9 miliardi di dollari. In abbinata a impianti eolici e idroelettrici, il mega-progetto fornirà la metà dell'energia elettrica al Marocco entro il 2020 e risparmierà 240.000 tonnellate di CO2 ogni anno.
Stati Uniti
Negli Stati Uniti un nuovo impianto a energia solare viene installato ogni due minuti e 30 secondi, un ritmo che ha fatto guadagnare agli States il quinto posto nelle classifiche globali per potenza installata di solare fotovoltaico (vedi: la Germania). L'America ha anche la seconda più alta capacità installata di energia eolica in tutto il mondo (vedi: la Cina). Purtroppo, la domanda di energia negli Stati Uniti supera di gran lunga la capacità rinnovabile. Le fonti rinnovabili hanno rappresentato solo per circa il 13% della produzione di elettricità statunitense nel 2014. Detto questo, un nuovo studio del Noaa stima che l'America potrebbe ridurre le emissioni di circa l'80% in soli 15 anni senza alcun impatto sui costi di energia elettrica per i consumatori utilizzando più fonti rinnovabili.
Kenya
Il Paese sta puntando non solo sul suo sole africano, ma anche sul geotermico e sull'eolico per alimentare il suo futuro e ridurre la dipendenza dalle costose importazioni di energia elettrica. A partire dal 2015, il geotermico ha rappresentato il 51% del mix energetico del Kenya, un grosso balzo rispetto a solo il 13% del 2010. Sta anche puntando fortemente sul vento, con la costruzione del più grande parco eolico dell'Africa (da 310 MW) che contribuirà per un altro 20% alla capacità di produzione di energia elettrica nel Paese. I due sistemi combinati aiuteranno il Kenya a generare il 71% della sua energia elettrica da fonti rinnovabili.